- Panoramico
- 1
1: Molto
2: Normale
3: Poco - Salita
- 3
1: Ripida
2: A tratti
3: Nulla - Difficile
- B Media - per persone allenate
- Ombra
- 3
1: Bosco
2: Parziale
3: Assolato
- Partenza
- Goro
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- 4 Ottobre 2020

Siamo arrivati il giorno prima perchè il delta del Po è talmente grande che è necessario fare una preventiva ispezione per trovare un percorso interessante concentrato in un tratto non eccessivamente lungo. L’ho individuato in una parte della Sacca di Scardovari partendo dalla sua estremità, lato sud-est. Ci siamo avviati presto e così abbiamo potuto ammirare la tipica alba del Polesine: una nebbiolina che ricopre i campi e svanisce appena il sole fa sul serio (foto 1). Lasciata la macchina, subito incontriamo la prima barca di pescatori, i veri padroni della Sacca, in un ambiente che sembra già autunnale (foto 2).
La strada da un lato costeggia sempre la distesa d’acqua punteggiata delle casette di lavoro dei pescatori e dalle loro barche (foto 3) e dall’altro la distesa dei campi perfettamente livellata e suddivisa geometricamente (foto 4). Nella foto la sacca sembra completamente sbarrata da una lingua di terra ma in realtà c’è un tratto aperto da cui il mare entra, altrimenti sarebbe stata una laguna e non una sacca. Nella campagna si possono ancora vedere i vecchi casoni, case tipiche di agricoltori caratterizzate dal grande camino (foto 5). Oltre ai pescatori la sacca è popolata da tantissimi uccelli, di terra e di mare; non c’è mai un momento in cui non si vedano solcare il cielo. Molti gli aironi bianchi, le garzette; qui hanno fame, seguono il trattore cercando cibo nella terra appena arata (foto 6). Il prodotto principale dell’attività di pesca nella sacca sono la semina, la coltivazione e la raccolta dei molluschi di mare. Per tutto il percorso abbiamo continuamente incontrato pescatori, le loro barche e le loro casette: due immagini delle loro barchette e dei loro strumenti per l’allevamento (foto 7 e 8). Le barche sono piccole e spesso con il fondo piatto perchè l’acqua nelle sacche è bassissima. I pescatori sono riuniti nel Consorzio Scardovari, sono tanti e la loro è la più grande azienda in provincia di Rovigo. Strada facendo abbiamo visitato la Pineta di Cassella dove abbiamo letto un po’ di interessanti notizie sul Delta del Po veneto (foto 9, 10 e 11). I pini sono pochi ma sempre tanti per un territorio senza alberi, solo acqua e campi arati. Più avanti incontriamo il biotipo Valle Bonello dove si sperimentano, sul mare, coltivazioni di varie specie di piante. Abbiamo fatto una passeggiata all’interno e visto un canale interamente coperto di piccolissime piante acquatiche (foto 12). Ancora più avanti, sempre sotto il sole, entriamo nell’Oasi di Ca’ Mello: un po’ di piante finalmente, una vera e propria oasi. Su una bacheca leggiamo la storia di questo posto (foto 13). Non molto più avanti finisce il percorso programmato e prendiamo la via del ritorno che, inevitabilmente, ripercorre quella dell’andata. Verso il tramonto scatto l’ultima immagine delle barche in riposo; saranno risvegliate molto presto dai pescatori, quando ancora è notte (foto 14). Partendo per tornare a casa ammiriamo l’ultimo tramonto (foto 15).
Il Parco delta del Po, per la sua estensione, è più adatto ad essere esplorato in macchina o in bicicletta. A piedi bisogna prima scegliere sul luogo un bel percorso ma è un posto bellissimo, veramente naturale, selvaggio, da non perdere.
- 1 - La tipica alba nel Polesine
- 2 - Pescatori sulle loro barchette e fondo piatto
- 3 - La comunità di pescatori, le barche in attesa con la prua rivolta verso le coltivazioni di frutti di mare
- 4 - La campagna livellata e suddivisa geometricamente
- 5 - Il tipico casone del delta
- 6 - Gli aironi bianchi hanno fame, cercano nel campo appena arato
- 7 - Sull'acqua d'argento sotto il sole di mezzogiorno
- 8 - Barche pronte al lavoro
- 9 - Un po' di storia sul delta del Po
- 10 - Gli elementi del delta
- 11 - La Pineta di Cassella
- 12 - Il biotipo Valle Bonello, un canale interamente coperto di piccolissime piantine acquatiche
- 13 - L'oasi di Ca' Mello
- 14 - La Sacca sta per addormentarsi
- 15 - L'ultimo tramonto sulla via del ritorno a casa
Ciao gigi…. mi ero un po’ distratto, ma questo servizio trek mi ha fatto venire nostalgia! Io con uno o due amici e anche con famiglia, andavo sempre in quelle zone del Delta, Po di Gnocca, Polesine Camerini, Taglio della Falce, Donzella, Sacca degli Scardovari, Maestra, e tanto altro….Ma…in barca e per pescare e visitare i luoghi, i canali, le spiagge a mare e a fiume, i casoni, la Fauna e la flora, le albe e i tramonti, le nebbie che mi hanno fatto passare ore drammatiche in mezzo a quelle valli, canneti, canali senza sapere dove fossi, ma posso averlo, poi, raccontato. Senza carte, senza gps, senza app di navigazione…insomma. avventura. In pochi ci chiamavamo”Cacciatori del Delta: in realtà andavamo a pescare anche se alcuni erano veramente, in altre occasioni : cacciatori con lo schioppo, ma da me non approvati. Cefali, spigole, passere, scardole, altri pescioni e in particolare il BlackBass o Boccalone o Persico trota. a cucchiaino nel corso del fiume. La raccolta dell’arenicola(in gergo locale:bigatella da scavarsi nell’arena al buio pre alba a mollo nell’acqua. Si partiva da Faenza a mezzanotte con la mia barca sull’auto e si passava spesso da Porto Tolle o da Gorino , barca in acqua e via così.,in compagnia di uccelli, garzette, aironi, anitre, folaghe, gabbiani, rondini di mare ecc. Parlo degli anni settanta ottanta e qualcosa anche dopo. A piedi solo per qualche tratto, ma via acqua consentiva di spaziare in molti luoghi. Bellissime foto hai fatto e complimenti per il percorso che riguarderò volentieri.
Allegato
Pier Giorgio ho trascorso una bella giornata in quei posti bellissimi che tu hai ancora nel cuore, appassionatamente. Quello che mi piace di più del delta sono i luoghi ancora selvaggi, abitati solo dagli uccelli, quelli che vedevi sempre dalla barca. Penso di farlo, un giorno, un giro in una barca, per turisti purtroppo.
Ti allego una foto scattata dove la sacca di Scardovari finisce, perchè per me simboleggia il vero delta del Po, quello ancora selvaggio.
Sono contento che le foto ti piacciano.
Ciao.
Ciao Gigi, questa hai abbandonato le alte cime per fare un’ escursione in basso ma molto interessante, bellissime le foto del tramonto sull’acqua, mi piacciono tantissimo anche le foto delle barchette, ma la CHICCA ?
Ciao, a presto
La Chicca non ama l’acqua, non si è messa mai in posa.